Interviste

Daniele Faraotti celebra la famiglia nel nuovo singolo “Grazia”

Nel suo ultimo brano “Grazia”, Daniele Faraotti rende omaggio a sua zia, trasformando il pezzo in un tributo affettivo alla sua famiglia e ai dieci anni trascorsi tra l’Alto Adige e il Friuli. Il singolo esplora luoghi cari al cantautore come Dobbiaco e Tolmezzo, arricchendo il racconto con immagini del passato nel videoclip. Queste fotografie non solo narrano la storia familiare del cantautore, ma ne sottolineano anche il legame indissolubile e l’impatto duraturo nella sua vita e musica. “Grazia” è un invito a riflettere sull’importanza delle radici e dei ricordi familiari.

Ci puoi dire qualcosa riguardo all’ispirazione dietro questo nuovo singolo e come è nato?

Mia zia stava molto male, era stata ricoverata in ospedale, le notizie in merito al suo stare non erano di quelle che accendono speranze, per quanto, noi tutti sperassimo con forza e convinzione. E’ uscita questa melodia dolente, ho capito subito che la canzone era per lei, per mia zia Grazia.

Oltre alla tua esperienza personale, ci sono influenze musicali o riferimenti che hai incorporato in questo singolo?

Le influenze si influenzano vicendevolmente. Mi pare che nello special, prima della chiusa ritornellante, si palesi una qualche influenza Pink Floyd, in particolare un suono che fa capolino nelle parti secondarie mi ricorda The Dark Side. Nella melodia dolente del ritornello, sento vagamente affiorare un piglio Mahmood.

Parlando di collaborazioni, hai coinvolto altri artisti o produttori in questo progetto?

Ho coinvolto solo Davide Cristiani, con cui ho mixato e masterizzato la canzone presso il suo nuovo studio a Modena. Bombanella at the Groundfloor.

Riguardo al processo creativo, c’è qualche aspetto specifico della produzione o della scrittura di questo singolo che ritieni particolarmente significativo?

L’aspetto specifico riguarda le tre/quattro fasi della scrittura delle canzoni. Scrivo di getto abbozzando più o meno tutta la canzone. Certo non tutte le canzoni finiscono in zona Cesarini. Poi procedo con i tagli ossia le aggiunte. Poi mi occupo dell’arrangiamento che a grandi linee e anch’esso già presente nella prima stesura. Poi scrivo il testo. Lo incido, provandone per così dire l’efficacia, soprattutto dal punto di vista del suono delle parole. Poi Registro le voci definitive e vado in studio per i mixaggi. Al momento sto mixando il nuovo album a Castel Bolognese con Ivano Giovedì.

Quali sono i tuoi obiettivi a breve termine per la tua carriera artistica?

Pubblicare, pubblicare. Riferire ciò che vado facendo. Non penso alla carriera, è un ‘eventualità. Quando ti guardi indietro te la ritrovi lì. La mia però son certo non prevede comparsate dalla Venier, anche se con l’età, devo dire, divento sempre più possibilista ( risatina ).